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Enzo Garinei, un grande attore
(indimenticabile voce di Karate Kid)
Guido Guidi Guerrera – 12 gennaio 2016
Fratello di Pietro, nome famoso della premiata ditta Garinei e Giovannini, ha lavorato sin dagli anni Quaranta a fianco di grandi nomi del palcoscenico, come Wanda Osiris, Gianni Agus, Renato Rascel, Delia Scala, Gino Bramieri e Totò. È stato interprete di numerosi film e ha prestato la voce a celebri personaggi del cinema, da Stan Laurel a Claude Rich (Asterix e Obelix: Missione Cleopatra) fino al compianto Pat Morita, il ben noto tenente Ohara della serie tv e soprattutto l’indimenticabile maestro Miyagi in Karate Kid. Enzo Garinei, classe 1926, è ancora oggi un uomo dall’energia inesauribile: perfetto stile inglese e aspetto a metà tra Alec Guinness e Fred Astaire. Nel 1986 ha dato vita, dopo sessant’anni di carriera, alla scuola di recitazione Ribalte, che proprio di recente si è divisa in tre: a Roma, a Rocca di Papa e a Civitavecchia. E, dopo aver ricoperto un’infinità di ruoli che lo hanno visto protagonista al cinema, in televisione e a teatro, nel 2014 è stato ancora una volta interprete nella celebre commedia Aggiungi un posto a tavola firmata Garinei e Giovannini.
Maestro, vuol rivelarci il suo personale segreto per vivere bene?
Esiste una semplice filosofia di vita che crea contentezza di se stessi, dà pienezza all’esistenza e insegna a volersi bene e stimarsi: per realizzarla occorre che ci sia alla base una coscienza pulita.
Essere bravi attori può allungare gli anni da vivere?
Non è accertato, ma voglio crederci. Del resto, Ernesto Calindri è stato a riguardo un bell’esempio. Forse noi attori siamo attaccati fino all’ultimo alla vita perché manca il trauma del pensionamento. Finché le forze ci sostengono non abbiamo limiti di età.
Di cosa sente di non poter fare a meno?
Dei rapporti umani, che sono alla base del vivere a prescindere dal mestiere che fai. Il vero pericolo per la gente è l’isolamento. La solitudine è oggi una delle peggiori piaghe della nostra società, una condizione che deve essere sconfitta alla stregua di una qualsiasi altra malattia, perché genera sofferenza.
Le facce e i tanti suoni delle voci legati alle sue interpretazioni arricchiscono la sua esistenza di adesso?
Più che i volti, le voci: ne sono sicuro. Per me molte di quelle restano indimenticabili forse perché sono molto sensibile alla timbrica vocale: a volte è bello immaginare che dietro a una bella voce si possa nascondere il tuo ideale di donna. Col rischio evidente della delusione.
A quale ricchezza non rinuncerebbe?
A quella che viene dall’essere in forma, dal mantenersi in buona salute. Fino a una quindicina di anni fa mettevo al primo posto il lavoro e, perché no, le donne. Ora so che il vero tesoro è quel benessere speciale che come un miracolo viene ogni giorno dispensato dal Creatore.
Ha dei rimpianti?
Tutte le volte che penso di aver fatto soffrire qualcuno per leggerezza, oppure quando considero di essere diventato forse un po’ troppo tardi un pezzo della storia italiana dello spettacolo: d’altronde però so bene di non essere mai stato ambizioso.
Ci sono regole che cancellerebbe?
Sì, quelle che vanno nella direzione del cattivo gusto e legittimano certe cose che si rivelano dannose per tutti e in specie per i più piccoli.
Meglio una donna o un amico?
Alla mia età è preferibile la seconda ipotesi, perché un vero amico è per sempre e lo riabbracci anche se lo hai perso di vista come se fosse ieri.
La formula della longevità sta nel saper dar valore ai momenti felici dell’esistenza?
La felicità è spesso rappresentata da una serie di minuscole particelle che costellano la nostra vita e delle quali spesso rischiamo di non accorgerci: il sorriso di un bimbo prima che si addormenti, un tramonto commovente, il piacere del viaggio che ti fa incontrare sempre qualcuno e qualcosa. Allora tutto si mette nel proprio sacchetto dei ricordi e si gusta senza fretta, senza bruciare nulla. Questo , credo, riesca ad allungare e a dar senso alla vita facendola bella.